Abbiamo la fortuna di apprezzare quotidianamente la straordinaria “applicabilità” e l’utilità di ciò che sviluppiamo. Dal nostro osservatorio privilegiato, comprendiamo però che le barriere all’ingresso che proteggono l’AI sono scoraggianti: dal linguaggio (acronimi! anglicismi! tecnicismi!) fino alla narrazione parziale restituita dai media.
Attraverso Decodifica vorremmo contemporaneamente decostruire e onorare la complessità dell’Intelligenza Artificiale Generativa: trasformare concetti articolati in idee digeribili e spunti utili, incoraggiando chi legge a sviluppare una visione personale su tecnologie che -inutile negarlo- stanno cambiando il mondo. Partiremo con una parola, e il resto verrà da sé.
Le parole sono importanti
Con txt2img o text-to-image intendiamo il processo per cui l’AI genera delle immagini a partire da un input testuale. Esistono molti “modelli” di generazione delle immagini a partire da un testo: quelli riservano maggiore soddisfazione in termini di accuratezza e creatività sono i modelli a diffusione.
Il loro funzionamento è molto complesso, ma possiamo dire che un modello a diffusione aggiunge rumore1 a un’immagine pre-esistente e poi la rimuove per generare una nuova immagine basata sulle richieste contenute nel testo fornito. Tra i modelli a diffusione, noi (e non solo noi!) prediligiamo Stable Diffusion
Stable Diffusion è un modello di intelligenza artificiale progettato per tradurre una semplice descrizione testuale in un’immagine. In altre parole, quando scrivi una frase, l’algoritmo “dipinge” un’immagine che rispecchia ciò che hai descritto. Stable Diffusion è il modello di base dietro molte delle applicazioni che già stiamo vedendo, capace di trasformare parole in creazioni visive senza richiedere la padronanza di strumenti tecnici complessi.
Questa tecnologia elimina la necessità di utilizzare software di grafica tridimensionale o programmi come foto editing per ottenere risultati sorprendenti. Infatti, molti smartphone hanno già integrato funzioni basate su Stable Diffusion per migliorare le foto, correggere difetti o perfezionare i dettagli in tempo reale. Inoltre, questa tecnologia alimenta quelle innovazioni che hanno invaso i social media – dai face swap a vari effetti visivi che rendono i video virali. Insomma, Stable Diffusion rende la creatività visiva accessibile a tutti, abbattendo le barriere tecniche e aprendo nuove possibilità per esprimere le proprie idee in modo immediato e intuitivo.
Le sfide complesse che attendono l’AI
Normalmente, i progetti nascono dai desideri della committenza: la forma è costruita attorno alla funzione (confini e richieste) che viene recepita mediante l’ascolto, il confronto e relazione. Questo, unitamente alla creatività, continuerà a rimanere il nocciolo del lavoro di qualsiasi progettista.
Il rischio di tale flusso operativo, per quanto sensato e rodato, è l’accomodamento progressivo su un set di soluzioni altrettanto sensate e rodate. L’utilizzo di tool di AI generativa, soprattutto nella fase esplorativa iniziale -quella meno strutturata in cui si sta ancora mediando tra funzione e forma-, permette di superare i bias tipici del designer. Quali siano questi bias lo spiega bene un libro della collana “Insights you need” pubblicato dalla Harvard Business Review intitolato Generative AI che citiamo qui di seguito2
biases such as design fixation (an over reliance on standard design forms), functional fixedness (a lack of ability to imagine a use beyond the traditional one), and the Einstellung effect, where individuals’ previous experiences impede them from considering new ways to solve problems.
In altre parole, l’AI generativa può espandere i concetti di possibile, desiderabile, utile per rendere più fertili e facili tutte le fasi della progettazione:
la generazione di idee, quella in cui l’immaginazione beneficia maggiormente di boost ed espansione
il successivo fine tuning, cioè l’affinamento delle proposte iniziali secondo i limiti imposti (deadlines e budget, per esempio 😂)
l’approvazione, per produrre immagini fotorealistiche utili per facilitare la visualizzazione e la comprensione da parte della committenza
l’esecuzione, per orientare e dirigere l’operato di altri professionisti o artigiani coinvolti nel progetto
Quando l’AI potrebbe svoltarti la vita
Per chi, pur non essendo un professionista del design, vuole provare a espandere i propri concetti di possibile, desiderabile, utile suggeriamo di dare un’occhiata a Xona AI. Inoltre, su CivitAI è possibile testare e sperimentare con molti modelli dedicati all’interior design.
A chi si occupa di progettazione e vorrebbe integrare i modelli a diffusione nella propria attività quotidiana, proponiamo una consulenza personalizzata. Ogni studio ha dei flussi di lavoro e uno stile relazionale tipici e unici, ed è giusto che le soluzioni proposte siano modellate attorno a queste peculiarità.
Un take-home message da qualcuno che ne sa
I progettisti sono spesso liberi professionisti: introdurre e imparare a usare nuovi strumenti è una decisione che va ponderata nella sua complessità, tenendo conto della curva di apprendimento. Ce lo racconta la progettista Carlotta Berta di Un Progetto in questo breve intervento.
Se non puoi o vuoi ascoltare l’ intervento, trovi la trascrizione del suo messaggio qui.
Grazie per essere arrivat[ai] alla fine! Alla prossima
Il team di Febus
Il backstage di Decodifica
Dietro a questa newsletter c’è Febus: una start-up che sviluppa applicazioni e soluzioni AI-based per piccoli business.
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rumore è un termine mutuato dal linguaggio della fotografia e consiste nell’alterazione casuale di colore e luminosità. Visivamente, si manifesta come una grana disomogenea, una sorta di distribuzione irregolare di pixel.
trad nostra: “bias come la fissazione del design (un'eccessiva dipendenza da forme di design standard), la fissità funzionale (una mancanza di capacità di immaginare un uso al di là di quello tradizionale) e l'effetto Einstellung (quello in cui le esperienze precedenti degli individui impediscono loro di considerare nuovi modi per risolvere i problemi)”