Abbiamo la fortuna di apprezzare quotidianamente la straordinaria “applicabilità” e l’utilità di ciò che sviluppiamo. Dal nostro osservatorio privilegiato, comprendiamo però che le barriere all’ingresso che proteggono l’AI sono scoraggianti: dal linguaggio (acronimi! anglicismi! tecnicismi!) fino alla narrazione parziale restituita dai media.
Attraverso Decodifica vorremmo contemporaneamente decostruire e onorare la complessità dell’Intelligenza Artificiale Generativa: trasformare concetti articolati in idee digeribili e spunti utili, incoraggiando chi legge a sviluppare una visione personale su tecnologie che -inutile negarlo- stanno cambiando il mondo. Partiremo con una parola, e il resto verrà da sé.
Le parole sono importanti
Per preparare la newsletter che chiude quest’anno abbiamo letto il saggio: “The Year in Tech 2025: The Insights You Need from Harvard Business Review”
Un saggio che enumera le innovazioni che stanno già realmente modificando il modo in cui lavoriamo: in ufficio, in produzione e in consiglio di amministrazione.
Il rapporto tra intelligenza umana e intelligenza artificiale è sempre stato visto come una forma di subordinazione: la macchina lavora al posto della persona. Una frase questa alla quale è stata attribuita un’accezione positiva (la macchina facilita la vita di chi lavora) o negativa (la macchina rende superfluo il lavoro umano).
Proprio da quest’opera abbiamo tratto la parola del mese, cioè HumanAIzed che fa invece riferimento a un approccio collaborativo, a un modo di lavorare interconnesso con l’obiettivo non solo di generare efficienza ma di ricavare un output migliore.
Migliore può significare molte cose: più aderente all’obiettivo, più utile e in alcuni casi addirittura più bello. Ad esempio, noi (ri)scriviamo Decodifica a mano mettendoci quel quid1 che ancora le macchine non sono in grado di fare.
In 2025 companies must evolve and change to become more humanAIzed in their own way, embracing and adapting to the fusion of humans and machines.
Good leaders will inspire their people to understand and embrace these new formal collaboration. They must not remain stuck in the old ways of operating.
Le sfide complesse che attendono l’AI
Dietro i tool e gli applicativi che sfruttano l’AI generativa ci sono delle persone: in sostanza, le sfide che stiamo elencando sono in capo a chi insegna alle macchine come leggere e interpretare la realtà, al fine di prendere decisioni sagge.
Empatia: un’interfaccia che utilizza l’AI (un robot, un chatbot) può dare un nome alle nostre reazioni e simularne altre, ma non sentirle. Anche questo è oggetto di training, specialmente per le applicazioni che svolgono un servizio alla persona. L’interpretazione degli stati d’animo dell’utente è fondamentale soprattutto per guadagnarne la fiducia, in particolare in touchpoint delicati.
Bias di sistema: per gli esseri umani, ragionare (solo talvolta, eh!) mediante stereotipi è un modo economico per usare le proprie capacità cognitive. I pregiudizi, entro una ragionevole soglia, dipendono dal fatto che la nostra conoscenza del mondo è “circoscritta”. Ma quando ritroviamo stereotipi e pregiudizi in una campagna pubblicitaria AI generated significa solo una cosa: non ci siamo assicurati di aver ripulito il pensiero mainstream dai suoi limiti. Quell’AI non sta generando: fondamentalmente, sta imitando.
Decisioni etiche: affrontare un dilemma morale complesso richiede un set informativo, un contesto che all’AI manca praticamente sempre. Nel mondo reale, per garantire che questo contesto venga preso in considerazione, allunghiamo i tempi e aumentiamo i decision makers: ad esempio, la durata dei processi penali e i diversi gradi di giudizio servono proprio a garantire decisioni eque e trasparenti. Analogamente, per educare una Intelligenza Artificiale alle decisioni complesse servono dei comitati etici e, non ultimo, tanto tempo.
Speriamo che nell’anno a venire la collaborazione tra intelligenza umana e artificiale possa manifestare i suoi frutti migliori. Anche perché, come menzionato in “The Year in Tech 2025”
there is no way back
Quando l’AI potrebbe svoltarti la vita
Uno stereotipo diffuso è che per integrare l’AI nel proprio modo di lavorare occorra avere fatturati stellari e centinaia di dipendenti. Nulla di meno vero: noi di Febus siamo specializzati nel mettere l’Intelligenza Artificiale a servizio degli small business e in questo post, uscito qualche settimana fa, elenchiamo 5 cose che possiamo fare (subito!) per le PMI.
Stiamo pianificando i lavori per il 2025: se pensi che potresti avere bisogno di noi, scrivici per fissare una call conoscitiva
Un take-home message da qualcuno che ne sa
Questa volta abbiamo chiesto un pensiero a Gaia Giordano, che ha sempre lavorato nella content creation utilizzando le parole: come il primo giorno, rimane affascinata dalla capacità dei testi di generare immagini.
Se non puoi o vuoi ascoltare l’ intervento, trovi la trascrizione del suo messaggio qui.
Grazie per essere arrivat[ai] alla fine! Alla prossima
Il team di Febus
Il backstage di Decodifica
Dietro a questa newsletter c’è Febus: una start-up che sviluppa applicazioni e soluzioni AI-based per piccoli business.
Se vuoi scoprirci, seguirci, ingaggiarci, contattarci segui i link viola: di solito risponde una persona.
Il cuore, tendenzialmente.