Abbiamo la fortuna di apprezzare quotidianamente l’applicabilità e l’utilità di ciò che sviluppiamo, ma dal nostro osservatorio privilegiato comprendiamo che le barriere all’ingresso che proteggono l’Intelligenza artificiale -d’ora in avanti AI-sono scoraggianti: dal linguaggio (acronimi! anglicismi! tecnicismi!) fino alla narrazione parziale restituita dai media.
Attraverso Decodifica vorremmo contemporaneamente decostruire e onorare la complessità dell’AI Generativa: trasformare concetti articolati in idee digeribili e spunti utili, incoraggiando chi legge a sviluppare una visione personale su tecnologie che -inutile negarlo- stanno cambiando il mondo. Partiremo con una parola, e il resto verrà da sé.
Le parole sono importanti
NLP sta per Natural Language Processing: è una disciplina in cui s’incontrano informatica e linguistica con l’obiettivo di insegnare all’AI a capire davvero quello che scriviamo. Capire davvero non significa solo riconoscere un’idioma o scomporre un periodo complesso in frasi, ma interpretare anche intercalari, pause, toni, obiettivi, aspettative, errori, bias…
Una volta che una AI ha imparato a capire il linguaggio naturale -cioè quello parlato dalle persone vere- è in grado di optare per una reazione o risposta, rielaborare dei testi (riassumerli, tradurli, ricercarli) o produrne di nuovi. Questi testi potrebbero essere, ad esempio, articoli, presentazioni e -tadaaaan!- newsletter.
Cose che l’AI fatica a fare
Potresti pensare che Decodifica sia generata da un’AI, invece è scritta da una persona. Raccoglie riflessioni collettive e input scaturiti dall’attualità: è quasi un esperimento per raccontarci con le nostre parole. Un invio al mese, un unico pubblico, un solo format: almeno per ora, vogliamo accarezzarla come un cucciolo di foca. Dovremo imparare l’arte dello scrivere di sé e buttar giù parecchie newsletter di nostro pugno, prima di insegnare a un’AI come farlo al posto nostro.
Quando l’AI potrebbe svoltarti la vita
Al di là delle scelte strategiche di Febus, l’AI nell’email marketing serve. Pensa a un business multiprodotto che prevede 4 invii mensili con obiettivi diversi, per 2 target distinti e in 3 lingue differenti: sono 8 newsletter per cui servono idee, paragrafi, sottotitoli, oggetti, immagini e relative traduzioni.
Lo strumento di email marketing che ci sembra migliore è Hoppy Copy: a nostro parere è adatto per le aziende, un po’ meno per solopreneurs. Tuttavia, la sezione dedicata alle sequenze e-mail e ai funnels potrebbe essere preziosa per creators e freelance che vendono percorsi formativi. Ecco la lista delle sue principali funzioni, ma c’è ancora molto altro da scoprire: secondo noi se ne sentirà parlare!
Un take-home message da qualcuno che ne sa
Stavolta tocca a Valentina Aversano: una consulente strategica che sbrina aziende e freelance per aiutarle a comunicare meglio, senza andare in burnout. La sua newsletter si chiama Posta Creativa.
Se non puoi o vuoi ascoltare il suo intervento, trovi la trascrizione del suo messaggio qui.
Grazie per essere arrivat[ai] fin qui. Alla prossima
Il team di Febus
Il backstage di Decodifica
Dietro a questa newsletter c’è Febus: una start-up che sviluppa applicazioni e soluzioni AI-based per piccoli business.
Se vuoi scoprirci, seguirci, ingaggiarci, contattarci segui i link viola: di solito risponde una persona.