Abbiamo la fortuna di apprezzare quotidianamente la straordinaria “applicabilità” e l’utilità di ciò che sviluppiamo. Dal nostro osservatorio privilegiato, comprendiamo però che le barriere all’ingresso che proteggono l’AI sono scoraggianti: dal linguaggio (acronimi! anglicismi! tecnicismi!) fino alla narrazione parziale restituita dai media.
Attraverso Decodifica vorremmo contemporaneamente decostruire e onorare la complessità dell’Intelligenza Artificiale Generativa: trasformare concetti articolati in idee digeribili e spunti utili, incoraggiando chi legge a sviluppare una visione personale su tecnologie che -inutile negarlo- stanno cambiando il mondo. Partiremo con una parola, e il resto verrà da sé.
Le parole sono importanti
AI Agent, o agente di Intelligenza Artificiale, è un software che è in grado di interpretare dei segnali provenienti dall’ambiente e prendere decisioni basate sulle istruzioni ricevute. Queste decisioni possono tradursi anche in azioni: semplici (un termostato che si attiva al raggiungimento di una certa temperatura) oppure più complesse (un lucernario che si chiude quando la combinazione di temperatura + umidità preannuncia la pioggia, in base alla storia meteorologica di una certa latitudine).
Ultimamente, dietro un AI Agent si pone un Large Language Model (LLM) come ChatGPT o Gemini di Google, che migliora le capacità di interpretazione e decisione. Inoltre, gli agenti possono “collaborare” tra loro, scambiandosi informazioni e coordinando le loro azioni per ottenere risultati ancora più efficaci. Un AI Agent ben istruito può sollevarci dall’onere delle microdecisioni o migliorare la qualità delle decisioni più complesse.
Cose che l’AI fatica a fare
La casa, cioè il luogo in cui viviamo, è un ambiente sorprendentemente complesso e ricco di variabili: svolge numerose funzioni (residenza, cura, relazione) e accoglie molti soggetti, con età, genere e stile di vita diversi.
Il saggio "Dopo il lavoro. Una storia della casa e della lotta per il tempo libero" di di H.Hester e N.Srnicek analizza il ruolo occupato dall’economia domestica nell’agenda della donna contemporanea: nonostante gli innegabili passi avanti compiuti dalla tecnologia, le pulizie richiedono ancora molto lavoro manuale e un grande numero di ore, paragonabile a quello di una donna del 1850.
Svuotare una lavastoviglie, piegare i panni usciti dall’asciugatrice, mescolare una minestra per non farla attaccare: sono lavori di manualità fine, per i quali non si sono mai diffuse macchine idonee né sono stati pensati degli appositi AI agent. Non ancora, perlomeno.
Quando l’AI potrebbe svoltarti la vita
Hester e Srnicek fanno un’affermazione forte e tristemente vera: la lavastoviglie autosvuotante e l’asciugatrice piegatutto non sono state mai prodotte (e nemmeno brevettate!) perché svolgerebbero task umili e non remunerativi, non utili all’economia reale ma solo a quella familiare.
Esistono certamente degli ambiziosi progetti per la home automation: LG ad esempio, sta lavorando alla “Zero Labour Home” e a gennaio 2024 ha presentato un robot su ruote capace di vegliare sulla casa, riconoscere l’umore dall’espressione facciale dei suoi abitanti e accoglierli al loro rientro con della musica idonea. Ok, tutto apprezzabile: ma sparecchia? Eh, no.
A quello sta lavorando il team di Aloha che, sostenuto dall’Università di Stanford, ha sviluppato un robot capace di fare manipolazione vera e propria: apprende molte abilità per imitazione (imitation learning) grazie a un teleoperatore che lo manovra più e più volte fino a fargli conoscere l’ambiente specifico in cui deve muoversi e le relative insidie, in modo da insegnargli alla perfezione le azioni da compiere. In questo video si dedica alla morning routine: bagna le piante, fa il bucato, svuota la lavastoviglie, fa il letto e appende gli indumenti nell’armadio.
In altri video, sempre guidato dal suo operatore, cucina una vera cena cantonese di 3 portate. Gli volete già bene? Noi sì, e sogniamo il momento in cui sarà una opportunità accessibile a chi potrebbe averne davvero bisogno: persone anziane o con disabilità motorie, ma anche famiglie in cui si lavora molto o nelle quali manca una distribuzione paritaria del carico mentale e pratico.
Un take-home message da qualcuno che ne sa
Stavolta tocca a Stefania di Mascolo, AKA Organizzatamente: una professional organizer female-oriented, specializzata in produttività sul lavoro ma senza perdere di vista la sfera personale, soprattutto quando si tratta di riequilibrare il carico mentale e il lavoro di cura.
Se non puoi o vuoi ascoltare l’ intervento, trovi la trascrizione del suo messaggio qui.
Grazie per essere arrivat[ai] fin qui. Alla prossima
Il team di Febus
Il backstage di Decodifica
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